Il 25 novembre ricorre la Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne, indette dopo il brutale assassinio delle 3 sorelle Mirabal che si erano ribellate al regime dittatoriale del generale dominicano Trujillo, che comprimeva il genere femminile fino ad una condizione semi-servile al marito.
La violenza di genere non è solo l'aggressione fisica di un uomo contro una donna, ma include anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, violenze sessuali, persecuzioni. Compiute da un uomo contro una donna in quanto donna. A volte sfocia nella sua forma più estrema, il femminicidio.
Nel 2020 èimpensabile che si parli ancora di violenza di genere, di soprusi compiuti da "uomini" che concepiscono la violenza come unico tramite per dimostrare "grandezza" nella loro attuale piccolezza. Non può esistere alcuna scusante, nessun tipo di giustificazione alla violenza (in ogni ambito e ambiente). Spesso si incorre in mostruosità anche trasmesse da media in cui si tende a giustificare il comportamento di violenza: "se l'è cercata" "poteva evitare di vestirsi così...", questo tipo d ragionamento induce ad una sorta di perdono a gesti abominevoli, umanizzando il carnefice e demonizzando la vittima. Ciò porta inesorabilmente a ripetersi ogni anno con dati spaventosi (in Italia viene uccisa una donna ogni 3 giorni) e il dato, purtroppo, non tende a decrescere.
Perciò, ai fini del tentativo di sistemare la condizione attuale, è necessaria una sensibilizzazione estremamente valida, in cui si fanno crescere piccoli futuri uomini che vedranno la relazione con il genere femminile alla pari, come è giusto che sia.
Oggi non è un giorno da celebrare, bensì, un giorno triste, è impensabile che ancora oggi si debba commemorare la morte di donne, spesso giovanissime, che hanno subito violenze da parte del genere opposto.
La violenza deve finire.
video contro la violenza sulle donne di Paola Cortellesi
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